mercoledì 7 dicembre 2011

Il governo Monti e la sua riforma “Salva Italia”: i farmaci e le conclusioni

Veniamo ora al capitolo sanita’ o almeno a quella miniriforma che mi riguarda da vicino essendo farmacista; la liberalizzazione della vendita’ dei farmaci di fascia C nelle parafarmacie e nei centri commerciali. Premetto che non sono certo la persona che vuole difendere gli interessi particolari dei titolari delle farmacie ma e’ lampante che vendere farmaci potenzialmente pericolosi senza la supervisione di un farmacista non e’ la via giusta da seguire.
La potenziale riduzione del prezzo dei farmaci non giustifica il rischio per la salute del cittadino; oltretutto i farmaci di classe C cioe’ quelli totalmente a carico del cittadino comprendono anche farmaci venduti solo su prescrizione medica che chiaramente devono restare ad appannaggio delle sole farmacie. E’ essenziale che tutti i cittadini capiscano che ogni farmaco ha effetti collaterali e sono potenzialmente dannosi, anche quelli venduti senza ricetta; pertanto visto che stiamo andando verso tale liberalizzazione, mi appello ai cittadini perche’ si affidino al farmacista di fiducia o al proprio medico per avere consigli sui farmaci da assumere.
Se si vuole fare veramente qualcosa per la sanita’ pubblica e per risanare il buco si puo’ fare altro.
Secondo la mia opinione la sanita’ come tutti gli altri servizi pubblici dovrebbero seguire  una via patrimoniale; occorre intervenire con una rivoluzione che parta dalla valutazione dei patrimoni e dalla scelta di fasce basate sul patrimonio. Su tali fasce si potrebbero rimodulare i costi dei servizi pubblici magari dotando ogni cittadino di una tessera unica con cui accedere a tali servizi. Complicato? Forse si’, e’ un processo che richiede tempo, non facile dal punto di vista politico perche’ inpopolare specie per certe fasce di persone. Aggiunge anche un certo grado di burocrazia in un Paese in cui tutte le pratiche sono complicate ma sicuramente e’ un passo necessario se si vuole andare verso una vera equita’ sociale. E’ comunque altrettanto chiaro che per riformare l’Italia verso la rinascita, occorre responsabilita’ da parte di tutti; questo vuol dire che  ogni cittadino nel suo piccolo deve contribuire alla costruzione della legalita’ non accettando ad es. di pagare in nero le piccole prestazioni a domicilio o richiedendo sempre lo scontrino ad ogni acquisto. Solo cosi’ si puo’ combattere l’evasione dilagante nel nostro Paese.
Quindi dopo tutti questi ragionamenti, non posso che dare un giudizio negativo di questa manovra che non riesco proprio a chiamare “Salva Italia” ma piuttosto, perdonate l’etichetta e forse la cattiveria, “Affonda Italia”.
In ultimo se permettete un ultimo ragionamento, vorrei dire che sono favorevole ai governi tecnici purche’ sganciati dalla politica e per fare questo ci vorrebbe un’altra organizzazione di Stato.
Mi riferisco ad un parlamento formato unicamente formato da tecnici. Utopia? Si’ ma sensata. Pensate se veramente non ci fossero politici e in parlamento e al governo ci fossero tecnici che stiano in questa posizione solo per una legislatura; non ci sarebbero inciuci di palazzo perche’ non ci sarebbe convenienza. E’ logico che per governare occorre anche una preparazione politica; ebbene si potrebbe reintrodurre l’educazione civica nelle scuole a partire gia’ dalle elementari e chiedere a tutti coloro che si vogliono impegnare nelle elezioni di frequentare un corso che li prepari alla politica. Non e’ cosi’ difficile come sembra; basta volerlo.
Un’Italia diversa e nuova e’ possibile a partire da tutte le persone di buona volonta’. 
Se volete approfondire la conoscenza della riforma cliccate sul link del testo integrale. 
Spero di non avervi annoiato e vi aspetto alla prossima. A Presto!

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