lunedì 5 dicembre 2011

La situazione italiana ed europea


Questo e' il mio primo blog che sento di scrivere in un momento cosi' critico per la mia amata Italia da semplice cittadina, digiuna di economia.
Mi cimento in questa nuova avventura perche' sento di dovere esprimere quello che penso a fronte dell'ennesima delusione sofferta all'udire la manovra che sta per essere approvata.
Sono anch'io una delle tante persone non cosi' piu' giovani che pur avendo tanto di laurea e specializzazione,non riesce ad affermarsi in questa societa' dei burocrati e dei faccendieri e che a malincuore vive ancora sulle spalle della famiglia.
Vorrei quindi esprimere tutta la mia amarezza di fronte ad una classe politica che non riesce , non vuole o ha perso il senso vero della parola “politica” che in sostanza significa “bene comune”.
C’e’ stato un tempo in cui speranzosa credevo nella ripresa ma oggi devo dire, con profondo dolore, che non solo l’Italia rischia la recessione ma che lo e’ gia’ e che se le politiche non invertiranno a breve la loro marcia verso la vera “equita’” e la vera “giustizia sociale”, l’aumento della poverta’ e l’esasperazione sociale, che inevitabilmente sfocia in rivolta sociale, si concretizzeranno e la parola “default” non sara’ solo uno spauracchio da demonizzare ma una realta’.
Dire questo forse per alcuni e’ indice di catastrofismo ma ogni persona di questo Paese che abbia un barlume di buon senso sa che la situazione che stiamo vivendo e’ molto grave e che purtroppo le politiche europee fino ad oggi adottate non hanno evitato che la situazione economica dell’intera zona Euro (non solo quella dell’Italia) peggiorasse.
Dobbiamo essere sinceri e onesti su questo punto: la via dell’austerita’ che punti solo sul pareggio di bilancio e’ deleteria da tutti i punti di vista in quanto come si e’ visto in Grecia ma come si vedra’ anche in Italia porta ad un ciclo vizioso determinato da recessione, impoverimento delle popolazioni e riduzione dei consumi che a sua volta porta ad un ulteriore impoverimento. La sola e vera equita’ di questo processo riguarda l’impoverimento generale delle persone in quanto se le famiglie devono restringere i propri consumi a causa dell’aumento delle tasse e della riduzione dei servizi, questo porta inevitabilmente all’impoverimento dei commercianti e al fallimento dei negozi che in ultima analisi determina una riduzione dei profitti delle aziende che perdono clienti.
Saldare il proprio debito con l’estero e’ sacrosanto ma nel contempo occorre tenere in considerazione la crescita e l’economia di un Paese in quanto una mancata crescita determina anche l’impossibilita’ di pagare il proprio debito. Pertanto e’ essenziale che riforme atte a ridurre il debito si accompagnino a riforme per la crescita; se poi avere un pareggio di bilancio nel 2013 vuol dire attuare misure eccessivamente restrittive che deprimono l’economia, onesta’ intellettuale vorrebbe che si posticipi tale data checche ne dicano i partners europei.
Capisco altresi’ la fretta dettata dai mercati e dalle agenzie di rating; permettetemi due parole anche su questi due punti.  
Per quanto riguarda i mercati l’Europa ha fallito; i governanti europei infatti non sono riusciti ad avere una politica comune per dare regole ferree ai mercati in modo da ridurre al minimo se non da evitare la speculazione che oggi ha iniziato a coinvolgere anche quei Paesi che sembravano immuni dalla crisi come la Francia e la stessa Germania. I cittadini comuni non riescono a capire perche’ la politica si debba inchinare di fronte ai poteri forti dell’economia quando in realta’ dovrebbe essere il contrario.
Questo e’ anche il fallimento del capitalismo sfrenato, come finalmente anche economisti illustri hanno sottolineato, che ha travolto tutto e tutti ed ha ampliato a dismisura la forbice tra quel 10% di straricchi e strapotenti e il 90% della popolazione di cui molti sono sotto la soglia di poverta’.
Per quanto concerne poi le agenzie di rating, non e’ una novita’ se riporto la notizia che queste stesse agenzie che dovrebbero controllare i conti di un Paese anche attraverso le banche sono formate da dirigenti che provengono dal quel mondo bancario e finanziario che ha dato inizio alla crisi con la bolla immobiliare in America; sono quindi controllori di se’ stessi. Questa e’ un’anomalia che deve essere sanata dato che rende tali enti non credibili.
Secondo la mia modesta opinione, gli enti quali sono le agenzie di rating che hanno il compito di controllare un bene pubblico come sono i conti di uno Stato, dovrebbero essere essi stessi pubblici e governati da tecnici indipendenti e sganciati da ogni tipo di conflitto di interessi. Inoltre sarebbe interessante vedere la nascita di agenzie di rating anche in altre parti del mondo oltre che in America in modo tale che vi sia un controllo crociato tra i Paesi e quindi anche in questo settore ci sia una maggiore democrazia di giudizio.
Con questa mia considerazione finale termino il mio primo blog sperando di aver suscitato interesse in chi ha avuto la bonta’ di leggere fino a qui.
Sono aperta a qualunque suggerimento, critica o opinione. A presto!

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